TEATRO AL FESTIVAL DELL'INFORMAZIONE: LA TEMATICA DEI MIGRANTI


Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal C.I.E. – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone – i “clandestini” – vi sono passibili di internamento fino a 18 mesi. Il Campo crea e rinomina attraverso le sbarre i corpi e i destini delle persone che confina. Sul muro qualcuno ha scritto: CHI AMA BRUCIA. Le nostre parole feroci al limite della Frontiera. Fuochi nel buio.



La Crocerossina in uniforme d'accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, danza paternalista i turni, canta chiusa in ufficio, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull'altro.

Il Campo introduce nello spazio civile della città un'eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono. In scena un'attrice (divisa bianca, mazzo di chiavi, fischietto) e un oggetto multiforme: prima lavagna magnetica con la piantina del Campo poi carrello delle terapie, albero di natale, confessionale, teatrino del Campo stesso dove prendono vita il presepio dell'Avvento e le sbarre del Campo; contro cui la crocerossina gioca a sbattere le palline da tennis, gli “Ospiti” in fuga, mentre ne ricorda le gesta fantasmagoriche. Diversi personaggi (gli Ospiti, il Colonnello) prendono vita attraverso il racconto della Crocerossina.

Compare poi in un intermezzo musicale la Garante, politica che dovrebbe occuparsi dei diritti dei reclusi ma che nel Campo non è mai entrata perché – ammette con candore – “queste persone non esistono”.


uno spettacolo di Ortika / Alice Conti

IN COLLABORAZIONE CON TRENTOSPETTACOLI